Libri

Spazio Scuola

Attività & news

Attività e news >> Eventi

Ferdinando Scianna '' Ti mangio con gli occhi ''

conversazione con Maurizio Padovano








 

 

 

All’ora del tè ……… chiacchiere e libri

al Bar Pasticceria Don Gino

in collaborazione con Libreria Interno95

Ferdinando Scianna    “ Ti mangio con gli occhi “ - Contrasto editore

conversazione con Maurizio Padovano

Venerdì 17 gennaio 2014  ore 17,30

 

 

 

La cucina di Fernando 
 
“Ti mangio con gli occhi:” un connubio tra  fotografia e cultura culinaria.
Scianna: "si tratta di due linguaggi, capaci entrambi di farsi memoria e immaginazione ad un tempo".

Bagheria (Pa) 18.1.2014 - La veranda della pasticceria Don Gino a Bagheria è gremita di gente; gente che, periodicamente, ritualmente, vive il piacere di rincontrarlo: stiamo parlando di Ferdinando Scianna (per gli amici d’un tempo Fernando), loro celebre concittadino che, in questo caso, presenta l’ultimo libro: “Ti mangio con gli occhi” edito da Contrasto. Sorprendentemente, non è un libro di fotografia bensì un volume con fotografie: un insieme di memorie relative al cibo. Le tradizioni del “quotidiano mangiare” rappresentano infatti una straordinaria occasione per riflettere su identità e memoria. Dalle chiacchiere estemporanee stimolate da Maurizio Padovano - delegato dalla libreria Interno95 che ha organizzato l’incontro a fare da moderatore - emerge una strana comunanza tra fotografia e cultura culinaria: si tratta infatti – a detta di Scianna – di due linguaggi, capaci entrambi di farsi memoria e immaginazione ad un tempo. Ma, purtroppo, entrambi in crisi: l’odierna ricerca di ingredienti di qualità e lavorazioni che seguano la tradizione, come ad esempio le farine biologiche e le lievitazioni naturali, la passione mediatica per i programmi di cucina (da La prova del cuoco a Master Chef ) sono gli indicatori di questa crisi e sono inversamente proporzionali alla reale probabilità di rifare l’esperienza sensoriale piena del cibo del proprio passato.
 
Con una battuta Scianna riesce a darci il senso della irreversibilità dei processi culturali in cui viviamo: “Nella società contemporanea se vogliamo trovare un film degli anni Quaranta, possiamo riuscirci con un’abile ricerca in Internet. Ma se vogliamo mangiare lo sfincione di nostra nonna, non possiamo scaricarlo da Internet”. Come a dire che la società in cui viviamo sembra aver sostituito, surrogato l’esperienza con l’informazione.

Mentre si chiacchiera di arancine e pasta con le sarde, mentre si parla del cibo talvolta come di un muro, un confine tra le famiglie, le culture, tal altra come qualcosa di vivo e in continua trasformazione, mi capita di allargare lo sguardo e di rendermi conto che molti giovani – quelli del “passio” del fine settimana – ci osservano da fuori, con i visi pressati contro le pareti di vetro della veranda che ora sembra una sorta di acquario contenente pesci della stessa famiglia. Si, perché le persone raccoltesi da Don Gino sono più o meno della stessa generazione, appartenenti chi più chi meno alla comunità di cui ha fatto parte il giovane Scianna e di cui ancora, in uno strano modo, sente di fare parte. Fuori, invece, emergono dall’incipiente buio i ragazzi del mondo dell’informazione, i ragazzi che le cose le filmano con il telefonino; e qualcuno infatti lo sta facendo, ci sta trasformando in informazione per il proprio Facebook o il proprio blog. 
    
Attraverso i tanti episodi raccontati dall’autore, di matrice locale e non, il cibo rivela un altro elemento in comune con la fotografia: l’essere stato un potente fattore di distinzione sociale e di appartenenza.
 
Essere stato, però! 
    
Ancora ora, fuori dal locale ci sono i ragazzi che potrebbero anche entrare per gustare un dolce della tradizione bagherese; ma che, con eguale facilità frequentano McDonald o mangiano il panino con la milza. Per loro ciò che mangiano, come ciò che fotografano, non è più mezzo di distinzione; o forse si, ma non tra le vecchie categorie di ricco e povero, popolare e borghese… Dentro la veranda, invece, si raccolgono quelli che possono ridere dell’episodio del filetto: Scianna racconta a voce una piccola storia contenuta nel suo volume.

Un bambino povero e uno ricco giocano insieme ma quello ricco non si lascia mai sfuggire l’occasione di umiliare quello povero chiedendogli quotidianamente che cosa abbia mangiato. Il povero risponde menzionando le verdure selvatiche che la mamma è solita raccogliere e vendere per strada. Il ricco racconta di polli arrosto, “bruciulune” (rollò di carne ripiena), e persino di pesce pregiato ed aragosta. Un giorno il bambino povero si confida con il padre che lo conforta e gli suggerisce, per la volta successiva, di riferire di aver mangiato filetto. Quando i bambini si rincontrano e il ricco fa la solita domanda, il povero risponde: “Filetto”. Il ricco, sorpreso, gli chiede: “Davvero? E quanto ne hai mangiato?” Il povero rimane interdetto ma poi dice, tutto contento: “Tre mazzi!!!”
    
Nella stessa generazione del bambino ricco e di quello povero, potrebbero essere coerentemente inserite queste affermazioni.
    
Il povero, famiglia tradizionale, gusto popolare: “Com’è bella questa fotografia!!! Pare dipinta!!!” 
    
Il ricco, famiglia culturalmente più aperta ed evoluta, gusto borghese attento all’innovazione: “Com’è bello questo quadro!!! Pare una fotografia!!!” 
    
Oggi niente di tutto questo ha più senso.

Testo e immagini di Anna Fici da www.gdmed.it



Le opinioni dei lettori

L'opinione di A.d.N. 23-01-2014
Quando il fotografo scrive
Quando il fotografo scrive Quando il fotografo scrive di Andrea di Napoli Pubblicato il 23 gennaio 2014 http://www.inchiestasicilia.com/2014/01/23/quando-il-fotografo-scrive/ La presentazione dell’ultima fatica letteraria di Ferdinando Scianna, “Ti mangio con gli occhi”, è stata una imperdibile occasione per incontrare il noto fotografo bagherese, autore di un libro che tra ricordi, sapori e viaggi, si rivela essenzialmente autobiografico. All’ora del tè dello scorso 17 gennaio, all’interno della nota pasticceria “don Gino” ed in collaborazione con la libreria “Interno95”, ha avuto luogo una inconsueta iniziativa letteraria nata dall’esigenza di consentire la presentazione del recente libro di Ferdinando Scianna anche ai lettori di Bagheria. Gli intervenuti hanno così avuto modo di assistere ad un originale “recital” nel corso del quale il loquace scrittore ha intrattenuto gli astanti con gli aneddoti e le motivazioni per le quali ha deciso di lavorare al volume, stimolato all’occorrenza dalle questioni sollevate dal professor Maurizio Padovano o del professore Natale Tedesco, quasi un “ospite d’onore”. Fotografia e scrittura rappresentano, in fondo, due mezzi espressivi abbastanza simili tra loro. Nel momento in cui affronta la stesura di un testo, l’autore adotta le medesime strategie compositive di cui si avvale quando scatta una fotografia, “esponendo” con nitidezza davanti al lettore la propria personale visione dei fatti. Non si tratta di un libro di fotografia, benché contenga numerose immagini realizzate dall’illustre maestro, ma neanche di un libro di ricette. Si tratta di narrativa. Letteratura “tout-court”. Partendo dai luoghi in cui è cresciuto, a dai cibi dei quali si è nutrito durante l’infanzia, l’autore spazia per l’universo gastronomico di tutto il mondo, associando ad ogni sapore il racconto di un luogo, di un incontro di un episodio della sua vita. Il cibo ha svolto un ruolo importante nella nostra educazione e costituisce una parte integrante della nostra estrazione culturale e territoriale. Per questa ragione, specie chi si trova lontano dal paese natale, non lascia passare troppo tempo senza preparare un piatto della propria tradizione, per rinnovare la natura più intima dell’essere, perché non scada, come un passaporto, anche la loro identità. Questa ammirevole associazione tra luoghi e sapori, tra profumi e ricordi, non so bene se a proposito, mi ha rammentato la madeleine di Marcel Proust, ma in effetti alla “recherche” si può fare riferimento per ogni esperienza. Al termine dell’incontro con i suoi compaesani, Scianna (Fernando, come dice lo chiamassero a Bagheria) non si è sottratto a qualche domanda del pubblico, composto da una folla di appassionati di cucina e di fotografia, per una volta, indistintamente, tutti quanti lettori dello stesso libro. Ferdinando Scianna “Ti mangio con gli occhi” Contrasto Editore (2013) Pagine 236 Prezzo di copertina € 22.00



Libreria Interno95
Prolungamento Via Dante, 95 90011 Bagheria (Palermo)
Libreria indipendente al servizio della passione per la lettura...
PIVA. 05730350823
Tel. 091 966575 - 091-6193624
Email. info@libreriainterno95.it

Cookie Policy
Questo sito è un prodotto Software Point