La bugiarda
                
				  
                 
                   
								                Autore: 
 Melissa Panarello
								                Editore: 
Fandango
								                Collana: 
												Prezzo: 
15,00 € 
								                
												Data pubblicazione: 21/11/2013
												Pagine: 160
												
												EAN: 9788860443908
												Genere: Letteratura Italiana
												
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                 Dalle nostre parti è facile impazzire per i gas sulfurei che evaporano dalla terra scura sotto cui, silente, scorre la lava. La gente impazzisce, i cavolfiori si tingono di viola, la terra si apre con un gran boato e il potente Ade appare sopra il suo carro trainato da cavalli neri, sceglie un certo numero di anime e le trascina giù nel Tartaro, nella sua tetra dimora. Succede allora che la vita e la morte siano divise da un confine sfocato, appena visibile per chi è troppo giovane o troppo sprovveduto, ignorato da chi si ritiene coraggioso. Quel confine è la follia. Secondo le mappe degli antichi, il regno di Ade si trova esattamente sotto la casa dove i miei genitori avevano deciso di abitare. Noi eravamo giovani, sprovveduti e carichi di coraggio. Per questa ragione impazzimmo. Mio padre dormiva nello sgabuzzino. Se ne stava piegato per terra, sotto una credenza di acciaio rosso, con le mani incrociate sotto le ascelle. Portava i capelli lunghi. Io parlavo con la Madonna dentro la grotta. “Con chi parli?”, mi chiedeva mia madre. “Con la signora. Sai mamma che piange? E suo figlio è tutto pieno di sangue!” Decise di far venire il prete. Padre Pasqualino era stato il suo insegnante di religione alle scuole medie. Era un esorcista. Benedisse la casa. Spiegò cosa dovevamo fare. Intanto, prendere la Madonna e gettarla da qualche parte sull'Etna. Pregare molto, in ogni stanza. Far curare mio padre da uno psichiatra. E salvare me, farmi trasferire in un luogo sicuro, da mia nonna magari, tenermi lontana dagli spiriti malvagi che ci tenevano svegli di notte e che vedevamo aggirarsi indisturbati in cucina e in salone, scomparendo dentro i muri, guardandoci con quei loro occhi osceni, così umani, così precisi nella loro spietatezza.