"La guerra è una cosa seria" ricorda Bennato nel suo album collodiano del '77.
Per questo, agli occhi di un bambino la guerra di solito appare ben diversa da quella che in effetti, purtroppo, è.
Perchè il bambino - e, per tornare a Bennato, anche "buffoni e burattini" - si sentono già appagati dalla forza edulcorante delle uniformi sfavillanti, degli atti di eroismo dei "nostri" e soprattutto dell'immortalità.
Per dirla tutta, non hanno i numeri per andare oltre.
Anche per il piccolo Francesco la guerra è, dunque, un gioco, con soldatini invincibili, spade dalle else sfavillanti e battaglie mai perse.
Un rituale magico che il piccolo ripete con i suoi amici, mentre la Città eterna sprofonda nel baratro della fame, della miseria, delle rappresaglie e, dunque, della morte.
Pian piano, quasi senza accorgersene, Francesco capisce che "il gioco è finito" quando, mettendo in ordine tutto quello che, sfollato nelle Marche e poi di ritorno a Roma "città aperta", ha visto e sentito, si trova proiettato ben aldilà dell'innocua finzione che con dovizia di particolari aveva imparato a mettere in scena, con campagne d'Africa senza ostacoli e genieri e aviatori attivi e vincenti ad ogni latitudine.
E' questo il momento in cui, suo malgrado, Francesco è costretto a negare l'immortalità degli eroi e a confrontarsi con la triste realtà di quei giorni che, in modo indelebile, sfregiarono la storia del nostro Paese.
Perchè "La guerra, come ogni avvenimento violento che entri nella nostra vita, ci spinge a guardare dentro di noi e a prendere quelle decisioni che altrimenti non avremmo mai il coraggio di affrontare"
"Amici per paura", nella "dozzina" del Premio Strega 2017 è l'ultimo romanzo di Ferruccio Parazzoli, edito da SEM Società Editrice Milanese.
CS 5/2017
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