Note sull’autrice (1960)
Marzia (Maria Letizia) Mineo, da quando ha imparato a scrivere, a sei anni, non si è più fermata. Copiati di bella grafia,esercizio obbligatorio nella scuola sessantottina, poesie, canzoni e poi ,diari, un’infinità di bloc notes, la sua prima pratica di scrittura. Racconti e anche un romanzo, proprio Al di fuori di noi che ha trovato il suo editore. Scrittura terapeutica,all’inizio, diventata a poco a poco una forma di denuncia. Per vivere insegna o meglio fa finta di insegnare in un istituto professionale di Palermo dove dovrebbero formarsi cuochi, pasticcieri, hostess in un settore splendido ma poco sfruttato. Reagisce al suo malumore e alle sue poche gratificazioni con la scrittura, con altri appassionati come lei di narrativa e altro come la narrazione orale e forme di drammatizzazione che ha adattato anche in classe pur di incuriosire e scuoter dal loro torpore, non solo invernale, i suoi alunni. Le hanno pubblicato due racconti Pizzetta e A suon di musica (2005)
Diario …amico mio una pagina di diario femminile,2012, Siamo tutti scrittori omonima antologia 2013, il cui racconto ha ispirato il titolo alla curatrice D. Altavilla. Ha rappresentato un suo testo Giovà pigghiati sta pausa a L’arsenale delle apparizioni di Casteldaccia (2013) e al Fiestart di Bagheria (2014). Ha pubblicato Oggetti parlanti (primavera 2017)perché preferisce ascoltare le cose più che le persone wathappate o professioniste della parola e rinascere ad ogni primavera.
Collabora saltuariamente con il gruppo AAS e con il suo animatore , se le lascia piena libertà di espressione e quindi carta bianca in e fuori scena.
Individualista e solitaria per scelta,attraverso la pagina scritta fissa ricordi, figure e immagini. Ironica e pungente si diverte scrivendo e leggendo qualche suo brano anche in classe ai suoi alunni coinvolgendoli in forme teatrali.(Une minute de poésie,2016) Ha cominciato a fare teatrino in aula. Un’alunna, non comprendendo lo stile personale e insolito se non unico,della sua prof, l’ha chiamata buffona e in un certo senso lo è, sa ridere per non piangere.
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